In Appennino si accendono i metati

Quest’anno poche castagne, ma di qualità

( Sassalbo, 25 Ottobre 2012 )

Con l’autunno tornano, in Appennino, ad accendersi i metati, i tradizionali essiccatoi che disegnano il panorama di crinale. La coltivazione del castagno ha costituito per secoli una delle forme più radicate e diffuse di sostentamento per il territorio appenninico e rappresenta un elemento del paesaggio tipico del territorio del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. Anche se oggi la castanicoltura non costituisce più un comparto centrale nell'economia montana, il vasto patrimonio di tradizioni e conoscenze a essa legato permane nella cultura della popolazione locale ed è oggetto di un interesse crescente e di una sensibilità verso l’economia sostenibile. A ciò ha contribuito anche il conferimento della DOP alla farina di castagne prodotta nei territori del versante toscano del Parco Nazionale.

«Questa è un’annata difficile in termini di quantità - spiega Barbara Maffei, imprenditrice dell’Agriturismo Montagna Verde, Centro Visita del Parco Nazionale ad Apella (Licciana Nardi MS) - Ma la qualità delle castagne raccolte nel nostro piccolo borgo è molto buona, a differenza di molte zone limitrofe che pagano il prezzo del vento, della siccità e del parassita, la vespa cinese, che ha attaccato le piante. Le nostre castagne sono secche è molto belle, quindi, anche se il raccolto non è certo stato abbondante, ci aspettiamo 10-12 quintali di farina DOP eccellente. Per il prossimo anno siamo ottimisti. A Taponecco in Lunigiana, a Sassalbo e fino a Succiso è stato disseminato l’insetto antagonista al parassita, e inoltre, il castagneto sta reagendo ripristinando un equilibrio favorevole alla sopravvivenza e allo sviluppo delle piante».

Anche sul versante reggiano gli essiccatoi tornano a fumare. Il metato di Cerreto Alpi è stato recuperato grazie al contributo del Gal Antico Frignano Appennino Reggiano e del comune di Collagna nel 2007, e fa parte di uno dei percorsi tematici organizzati e proposti dalla Cooperativa I Briganti di Cerreto che l’ha utilizzato fino ad ora per scopi didattici e turistici e quest’anno, per il terzo anno consecutivo, per la produzione di farina di castagne.

Per 40 giorni e 40 notti il fuoco resterà acceso per essiccare 20 quintali di castagne destinati a diventare ottima “farina rossa”. Durante il periodo in cui sarà in funzione, al suo interno, verranno organizzate serate culturali.

«Il metato era un luogo di grande importanza nell’economia dei borghi di montagna - spiega il presidente della cooperativa, Luca Farina - A Cerreto era gestito in comune da diverse famiglie del paese. Nel periodo in cui era in funzione diventava luogo di aggregazione e d’incontri. Era uso dopo cena vegliare assieme al chiarore del fuoco acceso. Gli anziani raccontavano le “fole”, favole o storie fantastiche ai più piccini. Come cooperativa abbiamo voluto riprendere quest’antica tradizione organizzando, grazie al contributo della Comunità e in particolare degli anziani del paese che si alterneranno al metato, serate d’intrattenimento per piccoli gruppi preventivamente prenotati. I Briganti, infatti, si stanno specializzando in una forma di turismo sostenibile, capace di offrire appositi pacchetti turistici comprensivi di pernottamenti presso il Mulino e cene a base di prodotti tipici del territorio».

Per chi volesse vi sono ancora disponibilità per il ponte di novembre (dal 2 al 4 novembre) per prenotare “Le Fole nel Metato” a Cerreto Alpi (per informazioni e prenotazioni 0522897659 - www.ibrigantidicerreto.com)

Dal mese di dicembre si potrà acquistare la farina di castagne prodotta direttamente presso la Cooperativa de I Briganti di Cerreto, oppure nell’Agriturismo Montagna Verde di Apella (0187421203 - 3929963407 - 335304121 - info@montagnaverde.it). Si consiglia di prenotare la farina con un certo anticipo.

Il Parco Nazionale su tutto il crinale ha incentivato e sostenuto il recupero di diversi antichi metati utilizzati in passato per l'essiccazione delle castagne e ora riadattati a un uso ricettivo, ne sono esempio tra gli altri bivacchi della Val Bratica a Casarola (Monchio delle Corti, PR www.parks.it/rif/bivacchi.valbratica), mentre i castagneti vengono utilizzati come luoghi di soggiorni didattico-culturali dedicati a studenti e ragazzi (www.parcoappennino.it/pagina.php?id=239).

Silvia Baglioni Ufficio Stampa Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano +39 3398270724 – ufficiostampa@parcoappennino.it www.parcoappennino.it

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nel metato di Cerreto Apli
Val Bratica a Casarola
 
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Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
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Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
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