Rif. Mariotti - Passo del Cirone - Passo della Cisa (via Francigena)

A piedi         
  • Tempo di percorrenza: 5 ore 30 minuti
  • Difficoltà: E - Escursionistico
  • Dislivello: in salita 500 m - in discesa 1000 m
  • Segnavia: segnato 729 - 00 - 733 - VF
  • Tappa n.7 di Traversata Appennino Tosco-Emiliano

Dal rif. Mariotti si ripercorre il sentiero 729 della tappa precedente a ritroso fino al bivio a quota 1600 m. circa, proprio di fronte alla Capanna del Braiola 1610 m (0.30). Da qui scendiamo a destra sul sent. 727 fino a quota 1539 m: guadato il ruscello stagionale ai piedi della Bocchetta dell'Orsaro, si gira a sinistra sul sent. 727/a, che risale a mezza costa il versante SE del M. Orsaro, raggiungendo la Sella del M. Fosco 1617 m (0.30-1.00).

Qui ci ricongiunge al sent. di crinale 0-0, proveniente dalla vetta, e che ora non lasceremo più, anche se la vetta del M. Fosco 1682 m, ammantato da conifere, si può più facilmente aggirare sulla destra con il sent. 725. I due sentieri si ricongiungono sul crinale poco prima della Bocchetta del Tavola 1444 m (0.40-1.40), segnata da un bel cippo di confine del 1828. Qui si giunge anche dal rif. Lagdei con il sent. 725. Si ignorano le due mulattiere che scendono sui due versanti e si risalgono i fianchi del M. Tavola, sempre nella faggeta. Si sbuca poi sulle praterie sommitali (il monte culmina a 1508 m), che si possono percorrere a piacimento (grandioso ambiente tra maggio e giugno per la fioritura), riprendendo poi la traccia del sent. 00 che ne discende il crinale settentrionale ammantato da rimboschimenti a conifere. Sempre sulla linea di confine un tempo ducale, oggi regionale, si percorrono i saliscendi a pascolo del M. Corno e oltre una recente chiesetta su un poggio e un altro cippo confinario si perviene al Passo di Cirone 1255 m (0.50-2.20).
Si riprende il sent. 00 su ampi pascoli diretto verso N, che ad un bivio dopo 20' circa volta a sinistra (diritto il sent. 731 porta a Berceto per l'alta Val Baganza), salendo ripido alla sella S del M. Borgognone 1353 m (0.30-2.50). Ci affacciamo sul versante tirrenico sull'alta val di Magra, che proprio qui sotto ha le sue sorgenti. A sinistra del valico notiamo uno dei cippi confinari del 1828.
Ora si segue il sent. 00 verso NW, raggiungendo in breve la sella N del M. Borgognone 1361 m, oppure giungendovi per la vetta 1401 m. Anche il tratto successivo di crinale, aperto e panoramico sulle vallate del Baganza e del Magra, si può percorrere lungo il crinale costituito da saliscendi tra i dossi, tra cui il M. Beccara 1377 e il M. Fontanini 1400 m, oppure sulle tracce di sentieri che evitano le vette sul lato parmense o lunigianese, in gran parte ancora percorse da bestiame al pascolo estivo. Con visuali di grande respiro, il crinale si abbassa dopo il M. Fontanini alla sella S del Groppo del Vescovo 1193 m (1.10-4.00), al piede del dirupato monte omonimo.
Da qui il percorso si può abbreviare evitando la vetta del Groppo, inutile e pericolosa in caso di maltempo o nebbia: alla sella si segue a destra la bella carraia che aggira il monte sul versante della Val Baganza. Dopo un lungo mezzacosta tra radure e faggeta, si inizia a scendere sul versante N tra pascoli, trovando un crocicchio di carrarecce: voltiamo a sx seguendo una bella carrareccia con Segnavia rosso-bianchi del sent. 733/a. In pochi minuti si raggiunge il sent. 00 alla sella N del Groppo del Vescovo, con lo stesso tempo.
Il percorso di cresta segue per pochi m a dx la carraia, poi sale a sx obliquando tra i ripidi pascoli. Si segue poi il filo di cresta, erboso a dx e dirupato a sx, con suggestiva vista sulle erosioni del bianchissimo calcare che dal Groppo del Vescovo prende il nome geologico. Dopo la vetta 1248 m si supera una sella, facendo attenzione a non sporgersi troppo sul versante lunigianese, dove i cespugli di sorbo montano invadono la cresta. Al piede della cima settentrionale 1243 m si scende a dx per il ripido pascolo che conduce alla Sella N del Groppo del Vescovo 1176 m (0.30-4.30), incrocio di sentieri.
Il Groppo del Vescovo, chiamato forse così per la forma aguzza simile ad una mitria bianca vista dalla Lunigiana, emerge da una depressione del crinale appenninico in cui l'erosione delle argille e calcari della formazione di Canetolo ha isolato una lente di calcareniti e marne calcaree. Una grande paleofrana sul versante tirrenico ha poi fatto crollare una parte del rilievo, scivolato a formare i ripiani pascolivi detti Piano del Monte. Il complesso calcareo fa parte delle unità subliguridi, e risale all'eocene inferiore (45-50 m.a.). I fianchi della Val Baganza sono stati da secoli ridotti a pascolo, ormai utilizzato solo per branchi di cavalli, in cui risalta l'aconito, il giglio martagone, alcune orchidacee e tra gli alberi, il nocciolo, il faggio ed il sorbo montano.
Dalla sella (attraversata da un gasdotto) occorre scendere pochi m lungo la carrareccia sulla sx (versante Magra) e salire a dx (Segnavia 00) lungo i fianchi dell'anticima del M. Valoria, costituiti ancora da calcari. Segue lungo il crinale la vetta del M. Valoria 1229 m (0.30-5.00), preceduto da un traliccio elettrico.
Il dosso rivestito da prateria e rimboschimenti a pino nero sul ripido versante lunigianese, è costituito da Flysch di M. Caio, che pur essendo più antico, si è sovrapposto ai calcari più recenti. Un cippo confinario tra gli Stati di Parma e Firenze (ne abbiamo potuti vedere molti altri tra il M. Borgognone e qui) e una cappelletta segnano il punto in cui dal crinale tosco-emiliano si stacca a N la dorsale, qui poco avvertibile, che separa la valle del Baganza da quella più profonda e vasta del Taro.
Qui si incrociano i Segnavia della Via Francigena, storico percorso che sulle testimonianze medievali portava i pellegrini dall'Inghilterra e dalla Francia a Roma.
Seguendola diritto lungo il crinale (anche Segnavia 00) in discesa tra radure e bosco, infine tra un folto rimboschimento a conifere, ci conduce al Passo della Cisa 1040 m (0.30-5.30), ora valicato dalla Statale 62 (bar-ristorante). Poiché qui non vi sono né alloggio né mezzi pubblici, suggeriamo di proseguire invece sulla Via Francigena sul versante emiliano.
Abbandoniamo allora sul M. Valoria il sentiero 00 di crinale appenninico per scendere a N sul sent. 733 (Via Francigena), che percorre tra pascoli in dir. NE l'ampio crinale Baganza-Taro, dapprima in discesa poco avvertita, poi, sottopassato di nuovo l'elettrodotto, più ripida fino a superare il bivio con il sent. 733A. Ancora diritto, oltre il M. Formigare, a quota 1100 m circa si nota a sinistra un bivio: seguendo la deviazione si scende in breve all'Ostello della Cisa 977 m (0.30-5.30).
Chi voglia invece proseguire fino a Berceto manterrà il sent. 733 - VF, che per Felegare e Il Tugo raggiunge la cittadina di Berceto 808 m (1.30-6.30), sorto attorno al Duomo romanico di S. Moderanno.

Dall'Ostello il giorno seguente si puo' proseguire sulla via Francigena verso Berceto (1 h, bus di linea per Parma) o verso Pontremoli (7 h, stazione FS).

Pernottamento Ostello Via Francigena - loc. Casa Grossa (ex-casa cantoniera sulla SS 62 a 2 km dal Passo della Cisa), 24 posti-letto, aperto da aprile a ottobre su prenotazione, Tel. 0525/60271, www.campingpianelli.com; Alberghi a Berceto: Vittoria Tel. 0525/64306, Pasquinelli Tel. 0525/64367
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