San Romano - Verrucole - Orecchiella - Rif. Isera

A piedi         
  • Tempo di percorrenza: 4 ore
  • Difficoltà: E - Escursionistico
  • Dislivello: in salita 700 m - in discesa 50 m
  • Segnavia: segnato Segnavia assenti, giallo-blu nell'ultimo tratto
  • Tappa n.1 di Traversata Appennino Tosco-Emiliano

Dalla stazione FS di Camporgiano si raggiunge S. Romano con 3 km di strada asfaltata abbreviabile nell'ultima salita su mulattiera storica. Arrivando nel pomeriggio conviene pernottare all'ostello.

San Romano 541 m è un antico borgo. Nel Medioevo vi sorgeva un convento, poi abbandonato (ne resta la traccia nella "via del Chiostro"). Nel XV secolo si diede "spontaneamente" prima ai fiorentini, e dopo pochi anni agli Estensi, assieme a quasi tutta la Garfagnana. Uno dei bei palazzi nobili del centro (Pelliccioni-Marazzini) ospita una nuova esposizione sulla storia e la tradizione del territorio, con un museo archeologico e il centro di documentazione sulla coltivazione del farro della Garfagnana, riconosciuto IGP, e inoltre il nuovo progetto del Parco nazionale sull'emigrazione dai borghi dell'Appennino (Tel. 0583/613181).
Partiamo presso la zona sportiva, dove, oltre l'ostello Ai Canipai, il cimitero e un parcheggio, entriamo all'ingresso del parco avventura Selva del Buffardello, con percorsi tra gli alberi e un villaggio preistorico ricostruito in base a recenti studi archeologici (ottima sosta per famiglie), Tel. 347/7110433 o 329/7715429, info@selvadelbuffardello.it. Invece di scendere poi al bar e al percorso-avventura, un sentiero non segnato prosegue diritto, e nel vasto castagneto risale con molti bivi ma di facile intuizione, fino ai piedi della possente Rocca delle Verrucole. Trovati i Segnavia che salivano dal borgo sottostante di Naggio si sale in breve al borgo delle Verrucole 654 m (0.40).
Antico feudo nel Medioevo della famiglia dei Gherardenghi, fu fortificato con due rocche, una quadrata e una tonda, sui due cucuzzoli del monte che domina il paese. La chiesa dedicata a S. Lorenzo, e il piccolo borgo sembrano infatti sparire all'ombra della grande fortezza… A fine XVI sec., le nuove artiglierie imposero agli Estensi il rafforzamento di poche ma munite fortezze. Una cortina di mura collegò con progetto dei due fratelli Pasi, uno cartografo e l'altro architetto, le due strutture precedenti, che comunque avevano resistito nel 1521 all'assedio dei fiorentini. Saltata per un fulmine la polveriera a fine ‘600, fu abbandonata e quindi alienata dallo Stato italiano a privati, che comunque la lasciarono decadere, fino all'acquisto nel 1986 da parte del comune di S. Romano, che ne promosse i restauri conservativi nel decennio seguente. La fortezza è oggi visitabile, anzi è vivamente raccomandato (calcolate almeno 1 ora). Il terrazzo panoramico ricavato sopra il mastio vale da solo un viaggio in Garfagnana.
Dopo la visita alla fortezza 720 m (1.00-1.40) torniamo al borgo e imbocchiamo a sinistra uno stradello sconnesso in forte discesa, ma dopo il ponticello sul Covezza di Verrucole voltiamo a destra sul sentiero di accesso al mulino ad acqua, da poco restaurato e destinato a museo dell'olio di noci. Da qui a sinistra un sentierino stretto sale al sovrastante cimitero, e sulla strada asfaltata, obbligatoria per un lungo tornante fino a voltare a destra (al primo o al secondo bivio è uguale, ma al secondo si attraversa la parte più antica) e salire al paese di Vibbiana 778 m (0.20-2.00).
Il nome deriva da S. Bibbiana, cui è dedicata la parrocchiale, anche se il santo venerato in paese è S. Rocco, che dopo la peste del 1630 ha spesso sostituito i santi medievali. La borgata conserva gran parte del suo tessuto insediativo, e poco fuori dal paese sulla strada per Orzaglia una famiglia ha messo a frutto le tradizionali attività agricole e di allevamento, con produzione e vendita di formaggi, salumi, miele e conserve alimentari casalinghe.
Oltre la chiesa si sale ancora fino alle case più alte, poi si volta a destra seguendo la carraia che esce verso NE e si inerpica dentro i vastissimi castagneti. Incontrerete forse i trattori dei residenti a far legna o a raccogliere castagne o diretti all'alpe. La lunga salita (tenere ai bivi il tracciato principale) infatti raggiunge un grappolo di casette dette Capanne di Vibbiana 1154 m (1.00-3.00), adibito un tempo a coltivare segale e tenere le greggi in primavera ed autunno, a metà fra l'estate in quota e l'inverno in paese o in Maremma.
Lo stradello sale ancora fino a uscire su una strada asfaltata 607659E-4895872N che seguiamo a destra per 300 m. fino ad un bivio (1203 m 607959E-4896143N), dove, di fronte alla strada che si stacca a sinistra imbocchiamo invece il sentierino a destra, che scavalca una costa prativa panoramica e scende in una valletta (Segnavia blu e gialli) in dir. SE. Seguendo radure, rimboschimenti e linee elettriche scendiamo e risaliamo, fino a confluire assieme ad altri sentieri ad attraversare una strada e risalire per gradini in legno che in breve ci conducono al piazzale all'ingresso del Centro Visitatori dell'Orecchiella 1240 m 608588E-4895576N (0.40-3.40).
Attorno al Monte Orecchielle si sviluppò dagli anni '50 un programma di rimboschimenti da parte del Corpo Forestale, che pian piano assunse un disegno di vero recupero di un territorio molto più vasto, tra la valle di Soraggio e quella di Sassorosso. Quello che fu chiamato "Parco dell'Orecchiella" pur non essendolo mai stato fino al recente ingresso nel Parco nazionale, favorì il mantenimento delle attività tradizionali, o man mano che cessavano ne venivano favorite altre, fra cui la coltivazione di frutti del sottobosco, venivano reintrodotte specie faunistiche estinte per attrarre turismo naturalistico e scolastico. Tra il 1971 e il 1980 venivano istituite tre riserve naturali statali, allestito un giardino botanico e un recinto di reintroduzione faunistico, un centro visitatori con esposizione didattica sulla fauna, flora e geologia del parco, una canalizzazione di sorgenti per dotare il centro di acqua, e molte altre azioni di salvaguardia attiva del territorio, come la costruzione di alcuni rifugi per soggiorni naturalistici, tra cui il Rifugio Isera, l'unico gestito e accessibile a tutti. Oggi è richiesto un modesto biglietto d'ingresso per un complesso di servizi, compresa la vendita dei prodotti del territorio, e visite guidate ai recinti faunistici ancora gestite dalla Forestale, che ha anticipato con lungimiranza di molti anni i parchi ufficiali. Centro visitatori dell' Orecchiella Tel. 0583/619098 - orecchiella@libero.it oppure CFS 0583-60905 o 0585-955525.
Si riparte dal piazzale verso E, seguendo il sentiero Airone 1, che subito dietro il ristorante scende a sinistra nel prato con gradoni in legno. Poi si segue il sentierino a monte della strada, fino ad imboccare uno stradello secondario sulla sinistra. Sempre seguendo i Segnavia tra alti abeti raggiungiamo un piccolo valico con stele commemorativa 1223 m 609150E-4895639N: saliamo ancora a destra fino alla fine dello stradello in un prato, oltre alcune villette (1245 m 609180E-4895767N). Voltiamo a destra sempre seguendo i Segnavia giallo-blu per un sentierino in discesa di fronte alla parete della Pania di Corfino, tra arbusti che ormai invadono vecchi pascoli e coltivi. La discesa termina su una strada forestale, presso un edicola religiosa con tabellone del Parco 1194 m 609397E-4895705N. A sinistra in breve si supera una fontana con tavoli e si raggiunge il cancello del Rifugio Isera 1201 m (0.20-4.00).

Pernottamento San Romano: ostello Ai Canipai Tel. 0583/613409; Rifugio Isera, centro residenziale per il turismo itinerante, con 18 posti letto e 5000 mq per tende, aperto nei fine settimana e tutta l'estate, Tel. 0583/660203 - 328/8741894 - 339/6520948, info@rifugioisera.it, www.rifugioisera.it
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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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