Romiti: insieme abbiamo realizzato l’ossatura del Parco Nazionale

( Sassalbo, 13 Luglio 2012 )

I membri del consiglio direttivo e della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, nel momento in cui concludono il mandato amministrativo assunto cinque anni fa, inviano il proprio saluto alle autorità dello stato, agli amministratori locali, alle associazioni ambientaliste, di lavoro e d’impresa, agli operatori privati, e ai cittadini della comunità del Parco.

In questo primo quinquennio di attività degli organi di ordinaria direzione sono state gettate le fondamenta del XXIII° Parco Nazionale italiano, completando e ampliando il perimetro iniziale, avviando le funzioni di tutela, pianificazione e controllo del territorio protetto e di sostegno alle attività economiche compatibili.

«Sembra giusto – afferma Pietro Romiti, vice presidente uscente del Parco Nazionale - in questo momento, condividere la consapevolezza e la soddisfazione di aver partecipato a costruire un nuovo Ente, promotore d’interesse generale e di una nuova forza identitaria, culturale e operativa, dei territori dell’alto Appennino tra Emilia e Toscana».

Il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano ora è presente e attivo nei comuni di pertinenza e ha sviluppato relazioni operative e funzionali con altri Parchi e zone limitrofe, dalle Cinque Terre, alle Apuane, alle Aree Protette di Montemarcello - Magra, del Frignano modenese e dei Cento Laghi parmensi.

E’ dovuto, da parte del Consiglio Direttivo uscente, un sentito "grazie" a tutti coloro che hanno contribuito a questa fase costituente del Parco Nazionale: in primo luogo al direttore, ai dipendenti, al CTA e ai collaboratori esterni, a qualsiasi titolo partecipi del nostro lavoro; e ai privati fornitori di opere e servizi, in  primo luogo a quelli convenzionati d’informazione e centro visita.

Un ringraziamento è dovuto ai dirigenti scolastici e agli insegnanti che – dalle scuole dell’Infanzia all’Università – hanno colto appieno la novità e le suggestioni culturale insite nel progetto del Parco Nazionale dell’Appennino.

Alle Autorità dello Stato e delle Regioni Emilia Romagna e Toscana, che hanno accompagnato l’istituzione e lo sviluppo dell’Ente Parco, alle Province, alle Comunità Montane e ai Comuni della nostra Comunità di Parco, un ringraziamento e un saluto particolare per la essenziale, stretta, collaborazione che ha permesso di compiere i primi passi. Questa collaborazione tra diverse istituzioni rimane preziosa eredità per il presente e per il futuro e lo diventa ancora di più di fronte alle grandissime difficoltà della finanza e dell’azione pubblica a livello europeo, statale e locale.

«Cinque anni fa – prosegue Romiti – un gruppo di persone provenienti da esperienze diverse hanno iniziato a lavorare insieme da subito, confrontandosi apertamente e arrivando sempre a decisioni unanimi. Nel vuoto si fa presto, basta mettere una pietra e fermarsi a guardarla, ma qui tutti hanno contribuito a qualcosa di molto più significativo. Siamo partiti da un’idea condivisa e abbiamo realizzato l’ossatura del Parco Nazionale. Il nostro augurio è che l’Ente, ora saldamente impiantato, e i suoi cento progetti avviati in vari campi, possano costituire un valore aggiunto permanente per l’Appennino tosco-emiliano, in grado di tutelarne l’ambiente e i paesaggi, finalmente riconosciuti nei loro valori straordinari; e di svilupparne altresì le potenzialità economiche e le eccellenze che stanno emergendo, con la forte proiezione all’innovazione oggi necessaria e di cui il Parco può essere testimone e sostenitore, nella collaborazione più ampia e con le Istituzioni e le migliori risorse umane del territorio».

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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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