Da Cabo Delgado all’Appennino reggiano

Comunità locali e governance del turismo

( Sassalbo, 07 Luglio 2014 )

Una delegazione proveniente dal Mozambico, composta da tre docenti dell’Università Cattolica di Pemba, ha visitato in questi giorni Reggio Emilia e l’alto Appennino reggiano, nell’ambito di un progetto  di turismo sostenibile, organizzato dall’Istituto Oikos, dalle Università Cattoliche del Mozambico e di Milano, dall’Istituto industriale e commerciale di Pemba, con il sostegno dell’Unione Europea, del Parco Nazionale delle Quirimbas, dei Gruppi di Volontariato Civile, di Muindi Semi di Sorriso e del Politecnico di Milano.

L’obiettivo del progetto è quello di realizzare percorsi di formazione professionale e programmi educativi per aumentare l’occupazione nel settore del turismo nella provincia di Cabo Delgado. Si parte, infatti, dal presupposto che il turismo può rappresentare una forma di sviluppo socio-economico, inclusivo e sostenibile, uno strumento per promuovere la tutela del territorio e la valorizzazione delle risorse naturali.

Lo sviluppo del turismo è attualmente l'opportunità più promettente per il progresso economico, sociale e culturale della popolazione locale nella provincia di Cabo Delgado. Alcuni vincoli però ostacolano la capacità della popolazione locale di trarre il massimo vantaggio da questa opportunità. In termini di sviluppo socio-economico, i dirigenti locali e gli investitori, a causa della mancanza di conoscenze tecniche, continuano a svolgere un ruolo marginale nelle imprese turistiche, che rimangono in gran parte nelle mani di investitori stranieri. Le comunità locali, se assunti, svolgono ruoli marginali, con salari ridotti e le persone più svantaggiate sono quasi totalmente escluse da questo mercato. Gli amministratori locali non sono in grado di gestire e attuare il quadro istituzionale, compresa la strategia di sviluppo del turismo. Non si dà la dovuta attenzione alle considerazioni ambientali per quel che riguarda lo sviluppo sostenibile. Spesso le infrastrutture non sono progettate secondo il principio della sostenibilità in termini di posizione, tecniche di costruzione, materiali e gestione, con il rischio di sviluppare un tipo di turismo inappropriato che potrebbe rovinare la base delle risorse su cui si basa il turismo.

In questo viaggio di studio la delegazione ha incontrato diverse realtà del nostro territorio e in particolare, nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano hanno visitato le cooperative-paese de La Valle dei Cavalieri di Succiso e i Briganti del Cerreto che possono costituire esempi di buone pratiche rispetto alla partecipazione delle comunità locali alla governance del comparto turistico.  Le cooperative emiliane del Parco Nazionale sono, infatti, modelli di turismo di comunità in tutta Europa. In particolare i Briganti di Cerreto sono stati recentemente menzionati dall’Unione Europea come unica esperienza italiana, nelle venti buone pratiche del settore turistico poiché si sono distinti per innovazione, competitività e partecipazione comunitaria (come afferma il Centre for Strategy & Evaluation Services di Kent, Regno Unito, che ha svolto la ricerca per conto della Commissione Europea).

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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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