Amministrative: il valore dell'ambiente e del territorio

Giovanelli: MAB UNESCO per costruire insieme

( Sassalbo, 22 Maggio 2014 )

Mai come oggi in Appennino ambiente e territorio sono un valore: un valore in sé e una risorsa primaria per nuove prospettive di lavoro, per la qualità sociale e la competitività economica.

Il Parco Nazionale si rivolge a tutti soggetti impegnati nella competizione democratica del rinnovo delle amministrazioni locali, per sottolineare l'attualità di questo assunto e l'importanza della collaborazione istituzionale per il perseguimento di questi obiettivi, che - nei loro termini di fondo - appaiono condivisi da tutte le parti politiche.

Il contesto nazionale è particolarmente difficile:stagnazione economica più che decennale, perdita di competitività, alto indebitamento, inevitabile prospettiva di riduzione della spesa pubblica. Per i crinali d’ Appennino a questo si aggiungono invecchiamento e forte sofferenza demografica, emorragia delle risorse umane e scarsità di quelle imprenditoriali.

 È così sempre più difficile sostenere i servizi essenziali e le attività più tradizionali. Anche le iniziative più innovative patiscono l'isolamento e le conseguenze dell'abbandono della conduzione di tanta parte del territorio, che sta determinando un aggravarsi del dissesto idrogeologico.

Per l'Appennino e le aree rurali “la crisi” può diventare opportunità solo se viene imboccata con decisione la strada dell'innovazione e della multifunzionalità nei modelli di lavoro e di impresa, nell'agricoltura come nei servizi, insieme con un cambiamento culturale di valori e stili di vita.     Il segno positivo degli indicatori per nuovi turismi e agricolture di qualità dà speranza anche se non certezze. Mentre si riducono i trasferimenti statali per le tradizionali politiche pubbliche di riequilibrio, si aprono prospettive di valorizzazione delle potenzialità delle aree rurali.

Il territorio con le sue risorse, spesso misconosciute e inutilizzate negli anni del boom manifatturiero, deve diventare “la nuova fabbrica”. Non il luogo delle compensazioni degli ammortizzatori, ma quello della creazione di prodotti, di lavoro e di valore aggiunto, luogo di innovazione e - perché no - di conflitto e  competitività. Bisogna contrastare il rischio che l'alto Appennino diventi solo la periferia dei distretti manifatturieri maturi: una sorta di territorio di servizi senza economia. Bisogna quindi creare “un'economia dei servizi” legati al territorio, com'è stato detto una sorta di “tecnopolo naturale”.

Sostenere il cambiamento culturale, agire sulle risorse umane non è meno strategico che operare sulle risorse materiali e finanziarie. Le due cose non possono essere separate. È indispensabile per le politiche pubbliche locali un netto salto di paradigma: dal “riequilibrio” alla competitività, “dalla resistenza” alla innovazione, dall'ottica del “sostegno” a quella dell'investimento.

I fondi europei programmati in misura cospicua per il periodo 2014-2020 saranno efficaci se utilizzati in questa ottica. Potranno essere motori e non “pannicelli caldi” solo se non saranno ripartiti o spesi fini a se stessi! Cioè solo se saranno investiti coerentemente con una rigorosa visione di collaborazione istituzionale e territoriale (che é in sé una risorsa), nonché valorizzazione delle migliori risorse umane, sostegno all'imprenditorialità innovativa e vicinanza ai circuiti economici con prospettiva di crescita, nell'agricoltura nei nuovi truismi e nei servizi.

Il Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano in questi anni ha da un lato proceduto all'edificazione della propria sobria organizzazione,del proprio profilo identitario, della propria riconoscibilità, elementi già di per sé utili all'attrattività del territorio . Dall'altro lato si è mosso nell'ottica della massima collaborazione possibile con enti locali, operatori privati e le loro associazioni, agenzie culturali come le scuole e l’università.

Questa volontà di collaborazione e proiezione all'innovazione riproponiamo a tutte le forze e persone che si candidano a essere governo, ovvero opposizione negli enti locali che si rinnovano.

In tal senso il Parco si propone come interlocutore sui contenuti con tutti i protagonisti della competizione elettorale locale, chiedendo di tenere adeguatamente conto, nei programmi e nei progetti per il quinquennio delle prospettive e delle potenzialità innovative rappresentate dalle qualità ambientali dell'Appennino, del suo Parco nazionale e dal suo programma di sviluppo economico e sociale,articolato in 105 progetti approvati insieme con la Comunità del Parco e, ormai, in piena fase di attuazione.

Col progetto MAB UNESCO il Parco Nazionale sta lavorando a convergenze programmatiche e alleanze territoriali molto ampie, nel segno della motivazione e del rafforzamento dell'identità e della competitività di tutto il territorio dell'Appennino al di là dei confini del Parco: a partire dalla tenuta o ripresa dell'agricoltura di montagna, dall'utilizzo di tutto il terreno potenzialmente agricolo e dalla formazione e motivazione delle risorse umane - in primis i giovani - essenziali, queste ultime per affrontare in modo attivo la sfida della crisi e della globalizzazione.

Fausto Giovanelli

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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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