Pratizzano - Alpe di Succiso - Rif. Sarzana

A piedi         
  • Tempo di percorrenza: 6 ore
  • Difficoltà: E+ - Escursionistico+
  • Dislivello: in salita 1100 m - in discesa 750 m
  • Segnavia: segnato 667 - 671 - 673 - 659
  • Tappa n.4 di Dalla Garfagnana a Bismantova

Tornati al Passo di Pratizzano si imbocca la stradella asfaltata (Segnavia 667) che lungo i pascoli verso S offre con vasti panorami sull'alta val Secchia e le vette del crinale appenninico. Al primo bivio si tiene la stradella di destra, al secondo ai piedi del M. Casarola, quando la strada sale a destra al vicino Passo Scalucchia 1350 m e una sterrata prosegue diritto si imbocca in mezzo alle due il sent. 667, che punta al M. Casarola. Infatti dopo aver incrociato il sent. 669 la salita si fa diretta lungo il crinale divisorio tra i bacini del Secchia e dell'Enza (secolari confini tra i ducati di Modana e Parma) e fuori dalla faggeta si affronta la salita finale per il M. Casarola 1979 m (2.50). Un panoramico crinale sempre segnato 667 porta alla vicina sella ad incrociare il sent. 675, poi sale alla vetta dell'Alpe di Succiso 2016 m (0.40-3.30), punto culminante del più affascinante gruppo montuoso dell'Appennino Tosco-emiliano, sia per i panorami incomparabili dalle Alpi alla Corsica che per l'integrità di ogni versante.

Considerato un unico monte, sebbene massiccio ed esteso, ebbe il nome di Alpe nel significato di "alto pascolo degli uomini di Succiso", in quanto tutti i versanti appartenevano a essi, mentre come montagna è sempre stato chiamato Casarola, con l'appendice occidentale più elevata ma meno evidente chiamata Spiaggia Bella, per la favorevole esposizione dei pascoli. Sulle carte militari la situazione è stata capovolta, e il Monte Casarola è indicato come un'anticima orientale, protesa sulle vallate del Fiume Secchia.
La più alta vetta del massiccio si protende a N dello spartiacque principale, su un crinale che parte dal Monte Alto e separa i bacini dell'Enza e del Secchia, entrambi affluenti del Po. Si tratta della vetta più occidentale tra i pochi "2000" della catena, e vi si gode di un panorama estesissimo. I valloni e le creste conferiscono un aspetto selvaggio e grandioso difficilmente riscontrabile in altre aree dell'Appennino settentrionale.
La discesa sul crinale S avviene con i Segnavia 671, un po' delicata per un breve tratto finale, con ausilio di cavo fisso. Si raggiunge così il Passo di Pietratagliata 1750 m (0.50-4.20), aperto si dice dall'imperatore Federico Barbarossa in fuga nel 1176. Da qui transita anche l'itinerario principale lungo la GEA: si può anche seguire quest'ultimo fino al Rif. Sarzana per i Groppi di Camporàghena (E+), con tempi allungati di 1 ora.
Voltando a destra si scende nell'alta Valle Liocca con i Segnavia 673 fino in fondo all'anfiteatro di origine glaciale alla piana detta I Ghiaccioni 1375 m (bivacco in allestimento da parte della sezione CAI di Castelnovo Monti). Qui si volta a sinistra sul sent. 659 che risale ripidamente il versante sinistro del vallone, a lato di pietraie e tra faggete, fino a superare un laghetto e raggiungere il Rif. Sarzana 1570 m (1.40-6.00). Da qui si può proseguire sulle ultime tre tappe dell'itinerario principale.
Costruito dalla Sezione di Sarzana del CAI nel 1980, sorge a poche decine di metri dalle rive del Lago di Monte Acuto in comune di Ramiseto (RE). Costruito dapprima con due prefabbricati in lamiera, è stato ricostruito in legno da parte del Parco regionale dell'Alto Appennino Reggiano nel 1998. L'interno è dotato di 25 posti-letto, gestito da soci di Legambiente. In caso di chiusura del rifugio è aperto un locale invernale con 6 posti-letto. Fonti piuttosto distanti (segnalate) e non perenni.

Pernottamento Rifugio "Sarzana" al Lago di Monte Acuto, 1581 m, 25 posti-letto. Aperto in luglio e agosto e nei fine-settimana, locale invernale sempre aperto, Tel. 339/2245117, www.rifugiosarzana.it
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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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