Bismantova - Cervarezza - Pratizzano

A piedi         
  • Tempo di percorrenza: 7 ore
  • Difficoltà: E+ - Escursionistico+
  • Dislivello: in salita 1150 m - in discesa 750 m
  • Segnavia: segnato fino a Cervarezza non segnato, poi 665 - 661 - 667
  • Periodo consigliato: da giugno a novembre
  • Tappa n.3 di Dalla Garfagnana a Bismantova

Dal Piazzale Dante (parcheggio) si scende al bivio per la Foresteria S. Benedetto e si segue il sent. SSP verso S, ma voltando a destra subito dopo (indicazioni per una sorgente, poi niente più segnavia, se non rare tabelle dll'ippovia) sul margine di un campo, poi carraia in discesa verso SW, che tra siepi e campi porta al sottostante borgo di Carnola 735 m. Dal centro si segue la stradella per Parisola 664 m, e al termine della strada in fondo al paese si scende per la carraia a sinistra di una Maestà, in dir. S, fino ad un guado sul Rio Dorgola: oltre di esso si sale ripidamente.

Sbucando su una carraia più grande si prosegue diritto in salita, ma 150 m dopo occorre lasciarla proseguire a destra verso Vigolo e continuare diritto a salire su una carraia un po' ostruita da vegetazione. Presto si sbuca su una strada asfaltata che a sinistra conduce nel paese di Costa de' Grassi 732 m (1.30).
Si attraversa il paese per la via della Chiesa in salita e si percorre su ampia carraia l'aperto crinale che verso W si dirige verso il M. Ca' di Viola (grande ripetitore rettangolare). Presso un recinto dell'acquedotto si tiene la destra scorrendo e su vasti pascoli e nella boscaglia cedua si sale gradualmente fino a raggiungere una sella argillosa posta tra il Ca' di Viola e il M. Fiorino. Attraversata la sella, si tiene il sentiero che oltre un campo sale sulla sinistra verso NW raggiungendo un crocicchio di sentieri a 924 m. Si prende il sentiero che a sinistra sale decisamente verso il rimboschimento a pino nero, in dir. W. Dopo 100 m si nota a destra la tubazione dello storico acquedotto della Gabellina, e subito dopo ci inseriamo in una carraia a mezza costa proveniente dal ristorante Baita d'Oro: la seguiamo a sinistra, raggiungendo una costa nella pineta. Procediamo a destra in salita percorrendo tutto il lungo crinale sulla evidente carraia a saliscendi tra il grande rimboschimento a conifere dovuto alla Forestale negli anni '50. Sempre seguendo la carraia principale si procede aggirando la base della vetta del M. Fiorino 1016 m, raggiungendo i 985 m poi scendendo leggermente volgendo ad W. Poco dopo con una svolta a destra in salita si raggiunge la SS 63 (la settecentesca Via di Lunigiana) presso il bivio per Frassinédolo al valico a quota 971 m. Quasi di fronte si imbocca una carraia (occorre portarsi un po' a destra lungo la statale), che si dirige lungo la costa spartiacque verso W, affacciandosi a destra sulla Val d'Enza, a sinistra sulla Val Secchia. Restando poco sopra la strada, si percorre il crinale, a saliscendi tra siepi e bordi di campi e su un poggio rimboschito a conifere raggiungiamo con un ultimo strappo il Fortino dello Sparavalle 988 m (1.00-2.30).
Restaurato di recente, la fortificazione si stagliava con le sue curve arrotondate dei torrioni dai primi decenni del XIX sec., quando fu costruito dagli Estensi a guardia della nuova Via Militare di Lunigiana. Lo Sparavalle era un valico strategico, il punto più elevato prima del Cerreto e con ampia vista su tutto il vicino confine parmense. Funzioni ampiamente valide fino all'ultimo conflitto, ma poi il rimboschimento ne celava il lento sbriciolamento.
Per evidente sentiero si scende sul versante W fino alla provinciale per Ramiseto, si attraversa, e seguendola a destra per 100 m, si imbocca a sinistra una salita sul margine di campi. Seguendo sempre lo spartiacque Enza-Secchia si tengono i campi a sinistra con l'ampia vista sul massiccio del Cusna, e le fitte siepi a destra, fino al vicino osservatorio astronomico di recente costruzione a quota 1010 m c. (a sinistra si scende a Cervarezza in 10 minuti). Si segue ora lo stradello, sempre lungo il crinale fino al piccolo parcheggio sulla sinistra, poco prima di salire sulla strada per le Fonti. Senza salirvi, imbocchiamo a destra il nuovo sentiero realizzato per disabili che raggiunge il parco delle Fonti di S. Lucia 978 m (0.30-3.00).
La valorizzazione delle fonti termali si sviluppò diversi decenni fa, con la costruzione dello stabilimento di imbottigliamento e il centro idrotermale, quindi nel 1972 fu inaugurato il Parco-flora, oggi in riprogettazione e valorizzazione, e nel 2003 il Parco acrobatico forestale "Cerwood", Tel. 348/4097494 o 347/2791710, info@cerwood.it.

Si torna ora indietro per pochi minuti sul sentiero per disabili fino ad un bivio: si sale a destra su una vecchia frana giungendo nel piazzale di ingresso alle Terme: sul lato opposto un po' a destra si salgono alcuni gradoni in legno e si imbocca il sentiero erboso che sale alla chiesetta. Ma prima di essa si volta a sinistra lungo una carraia in leggera salita tra casette recintate nel bosco. Al bivio successivo si sale a destra sbucando di nuovo sul crinale Enza-Secchia ad un crocicchio a quota 1035 m (605388E-4916976N), dove si trovano i Segnavia 665 diretti a destra al Ventasso. Li si segue a destra tra boschi e radure sul versante settentrionale del M. Campastrino, lambendo il piccolo rifugetto chiuso delle Cadòniche e la fonte vicina. Attraversata una strada forestale presso il suo termine, prosegue in salita lungo il crinale del Prataccio 1450 m. Poco dopo incrocia il sent. 663 che a destra scende direttamente al Lago Calamone 1400 m, di grande fascino in ogni stagione. Arrivandovi direttamente per evitare la vetta calcolare 1 ora in meno sui tempi complessivi. Dal lago occorre salire (Segnavia 661 e 667) al bivio sul crinale ai piedi della vetta.
Invece per la vetta del Ventasso seguiamo a sinistra i Segnavia 665 e 663, attraversando un ripido ghiaione esposto a N (attenzione neve persistente in primavera) ma su traccia di sentiero abbastanza larga, fino al vicino Oratorio S. Maria Maddalena 1501 m (2.00-5.00), con bivacco aperto sul retro.
Da qui il sent 661 sale ripido sullo sperone N del M. Ventasso, detto "Grotta delle Fate", e con aereo tratto un poco esposto in traverso raggiunge il crinale settentrionale del monte, poi per pascoli aperti lungo lo spartiacque Secchia-Enza in vetta al M. Ventasso 1727 m (0.30-5.30), segnata da una croce metallica. Vastissimo panorama sull'Appennino Emiliano dal Corno alle Scale e il Cimone alle vette liguri, per la sua posizione isolata. Il toponimo deriva dal dispregiativo dialettale del vento che qui soffia spesso, sia dal mare attraverso il carco del Cerreto che dalle Alpi.
La discesa sul largo crinale orientale sempre Segnavia 661 conduce ad una sella tra faggeta e radure con bivio: a destra si scende al Lago Calamone (sent. 661), mentre ora si segue diritto il sent. 667 che in breve svolta a sinistra in discesa conducendo alto sulla vallata di Vallisnera al Passo di Pratizzano 1240 m (1.00-7.00). Su strada asfaltata a destra si raggiunge il rifugio omonimo in pochi minuti.

Pernottamento Rifugio Pratizzano, 16 posti-letto, Tel. 347/8869112, www.rifugiopratizzano.it ; alberghi a Cervarezza e a Ventasso Laghi su brevi deviazioni; bivacco S. Maria Maddalena, sempre aperto, spartano, assenza di acqua, 8 reti
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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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