A piedi         Elevato interesse: geologia Elevato interesse: panorama 
  • Partenza: Passo di Pradarena (1575 m)
  • Arrivo: Passo di Pradarena (1575 m)
  • Tempo di percorrenza: 5 ore 30 minuti
  • Difficoltà: E+ - Escursionistico+
  • Dislivello: 670 m
  • Quota massima: 1830 m
  • Segnavia: segnato 00 - 633 - 639
  • Periodo consigliato: da giugno a ottobre
  • Località attraversate: P. Pradarena - Porraie - Lama di Mezzo - Lama di Rio Re - Pradarena
  • Comuni interessati: Ligonchio

Un tratto del crinale tosco-emiliano tra i più spettacolari si dipana attorno al M. Sillano a quote tra i 1700 e i 1800 m, con vista verso le Alpi Apuane e la Garfagnana. Sul versante settentrionale si succedono ampi circhi glaciali sospesi, rivestiti di brughiera a mirtillo e da una faggeta ad alto fusto, che si percorreranno al ritorno, con visuali complete dall'alto e dal basso.


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Il Passo di Pradarena è frequentato da tempi antichi, forse da una strada romana da Parma a Lucca. Nel Medioevo fu transito dei pellegrini per Roma con tanto di ospizi simmetrici, a 1200 m circa sui due versanti (ancora oggi Ospitaletto a nord e Ospedaletto a sud). Solo nei primi anni '70 fu raggiunto da una strada di valico, una delle più alte dell'intero Appennino.

Dal Passo di Pradarena 1575 m si imbocca lo stradello che si diparte a E sul valico, tenendo quello a destra al bivio immediato (segnavia 00). Subito però si sale a sinistra lungo il sentiero evidente che taglia i tornanti della strada forestale, imboccandola infine a destra e seguendola. Si esce dalla boscaglia di faggio per contornare il M. Asinara sul versante S, con aperte viste sull'alta Garfagnana e le Alpi Apuane. La strada scende poi leggermente al Passo della Comunella 1619 m 604841E-4904007N (0.20), una sella con tabelle segnaletiche delle due regioni.

Proseguiamo in salita sempre sui segnavia 00, che tagliano altri tornanti della stradella forestale per riprenderla al piccolo valico della Paduletta, e di nuovo tagliando due tornanti la riprendiamo più a monte, ormai a quota 1700 m, sempre verso destra. Ora in versante toscano si contornano i versanti SW del Monte Sillano. Nel punto culminante della strada, a 1717 m, è possibile deviare a sinistra per la Variante del M. Sillano, consigliata vivamente con tempo bello.

Var. Monte Sillano (percorso non segnato, tempo analogo all'it. principale): si sale per pascoli su tracce labili fino al crinale, su una sella a quota 1763 m, e da qui si segue lo spartiacque a destra fino in vetta al M. Sillano 1876 m (vedi it., poi sempre sul crinale (tracce di sentiero evidenti) in discesa spettacolare verso SE fino a ricongiungersi al sent. 00 presso il M. di Soraggio 1832.

Si prosegue sullo stradello che scende leggermente prendendo la dir. S, fino a rientrare per pochi minuti nella faggeta. Attenzione a sinistra alla segnaletica 00 che volta bruscamente ad un bivio a 1670 m 606263E-4902667N (0.30-0.50).

Si volta a sinistra e con breve salita si esce dal bosco per tagliare su antica mulattiera i pendii meridionali del M. Sillano. Si tocca una sorgente una volta perenne (Il Monte 1721 m 606858E-4902885N), e si sale più intensamente, fino a sbucare tra opere di sostegno della Forestale negli anni '50 sul crinale, presso la cima del Monte di Soraggio 1832 m (0.30-1.20), dove scende lungo il crinale una traccia di sentiero (rientro della Variante del M. Sillano).

Inizia qui uno dei tratti più spettacolari del crinale appenninico, in cui si alternano a destra e a sinistra i paesaggi contrastanti delle profonde forre erose e dei terrazzamenti sul versante toscano, dei morbidi circhi glaciali rivestiti dal vaccinieto sul versante emiliano. Le evidenti frantumazioni degli strati di arenaria dovute all'erosione e alla gelivazione, la splendida fioritura estiva di specie relitte delle ere glaciali, il rosso acceso del fogliame del mirtillo in settembre, fanno di questo tratto di crinale uno spettacolo, da assaporare in diverse stagioni e diverse ore della giornata.

Si prosegue sul sent. 00 aggirando il saliente roccioso sul versante S e proseguendo contornando i rilievi successivi da settentrione, alti sui circhi glaciali della Lama di Mezzo. Aggirato un dosso ci si affaccia a destra sui calanchi dei Tre Canali, che sprofondano nella Valle di Soraggio, i cui borghi appaiono sul fondo. A saliscendi, senza mai superare quota 1820 m, si superano tratti scoscesi, ma mai pericolosi, tranne un breve passaggio un po' franoso, dove dopo le piogge e appena sciolte le nevi si pestano detriti, appena sotto il crinale (che si può percorrere in alternativa, anche se un po' più aereo). Una lunga mezza costa porta infine alla Sella delle Porraie 1797 m 608622E-4903349N (0.40-2.00), sul crinale secondario del M. Belfiore.

Si apre davanti a noi l'alta Val d'Ozola, dominata dalla poderosa mole allungata del M. Cusna, che assomiglia proprio ad un gigante disteso supino. Tra la sua "pancia” e lo scosceso M. Cipolla, anticima del M. Prado, s'intravede il tetto rosso del Rif. Battisti, unica evidenza antropica. Qui con il sent. 639A a sinistra si può abbreviare il percorso di oltre 1 ora, scendendo a sinistra sul sent. 639 fino alla Lama di Mezzo.

Si prosegue a destra sul sent. 00, che termina l'aggiramento della vetta Le Porraie, scendendo poi lungo il crinale appenninico, che qui si divide in creste parallele separate da conche allungate, dovute all'erosione dei ghiacciai e alla conformazione degli strati di arenaria macigno dissolti dalla gelivazione in pietraie. Pian piano si cala fino all'Oratorio di S. Bartolomeo e al vicino Passo di Romecchio 1680 m 609961E-4902751N (0.30-2.30).

Importante varco per la transumanza estiva dei pastori e boscaioli di Soraggio in Garfagnana, che per secoli sfruttavano l'estesa alta val d'Ozola. Un'importanza testimoniata dall'Oratorio di S. Bartolomeo, ricostruito da un decennio dopo anni di abbandono e le distruzioni della guerra (i tedeschi salirono qui durante il rastrellamento di fine luglio 1944, cannoneggiando anche il rifugio Battisti).

Imbocchiamo ora il sent. 633 in dir. N (verso Presa Alta e Ligonchio), che si tuffa subito nella faggeta, tra radure ricche in estate di fragole, mirtilli e lamponi. Si scende gradatamente verso valle, entrando nella faggeta avviata all'alto fusto detta Bosco di Soraggio. Tralasciando deviazioni verso destra e sinistra si mantengono i segnavia 633, confluendo poi in una carraia di esbosco, che in saliscendi varca il Fosso di Soraggio, supera una fonte e poi contorna la radura detta Lago del Capriolo 1510 m 609054E-4903808N (0.30-3.00). Era un piccolo bacino stagionale, poi prosciugato dai lavori forestali di bonifica per allargare i terreni a pascolo.

Si prosegue ancora per 10' sul sent. 633, ma ad un bivio a c. 1525 m 608782E-4904056N , posto poco prima che inizi una decisa discesa a tornanti, s'imbocca a sinistra il sent. 633A, ben segnalato. A mezza costa la mulattiera aggira il marcato costone N del M. Belfiore, entrando nell'ampia vallata del Fosso di Rimale. Confluendo nel sent. 639 a quota 1525 m 608134E-4904130N, si segue a sinistra in salita, sempre in una fustaia di faggi ormai pluridecennali. Lasciato a destra un sentierino segnato per la Fonte del Pipo, presto il sentiero incrocia il sent. 639A, che scende dalle Porraie direttamente, ad un bivio a quota 1610 m c. (punto C 607757E-4903307N, 0.40-3.40).

Si prosegue diritto, toccando una fonte (detta del Pastore 1605 m), e iniziando a risalire. Usciti di nuovo dalla faggeta, si apre dal basso il ripido anfiteatro glaciale della Lama di Mezzo, al piede NE del M. Sillano. Su carraia si inizia a salire nel bosco fino alla Sella della Lama di Mezzo 1724 m 606746E-4903950N (0.20-4.00), dove si incrocia il sent. 641 a destra per Il Piano e Ligonchio, a sinistra per il M. Sillano.

Si cambia versante mantenendo la carraia in discesa, lasciando poco dopo a destra il 637 per il rif. Rio Re. La discesa ora diviene spettacolare, fino al fondo dell'anfiteatro glaciale sul versante NW del M. Sillano. Entrando nella faggeta, si scende ancora fino ad un doppio bivio (separati dal guado su un rio) sul fondo della Lama di Rio Re 1533 m 605993E-4904126N (0.20-4.20).

A destra si lasciano due sentieri per Il Monte e per il rif. Rio Re, mantenendo la sinistra e iniziando una breve e regolare risalita nel bosco misto (faggi e abeti di rimboschimento). Si supera quindi con una brusca svolta a sinistra la Costa delle Redini 1574 m, poco oltre la quale si trova un altro bivio a destra per il rif. Rio Re 605757E-4904428N (0.10-4.30).

Ora si segue una mulattiera che taglia in piano un versante esposto a N. Superato su ponticello il Torrente Rossèndola appena nato, si lasciano a sinistra due sentieri per il Passo della Comunella, e mantenendo il sent. 639 principale si aggirano le falde settentrionali del M. Asinara, attraversando la parte alta delle piste da sci di Ospitaletto. Aggirata la costa del monte e alcune pietraie, la mulattiera termina sulla strada sterrata costruita da molti decenni dalla società elettrica tra Ospitaletto e Pradarena. A sinistra in breve si risale al valico di Pradarena (1.00-5.30).

Punti d'appoggio: albergo-rifugio Carpe Diem (Tel. 0522/899151 - 328/2060120)
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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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