Alpe di Succiso

A piedi         Elevato interesse: panorama Elevato interesse: storia 
  • Partenza: Succiso Nuovo (975 m)
  • Arrivo: Succiso Nuovo (975 m)
  • Tempo di percorrenza: 6 ore 30 minuti
  • Difficoltà: E+ - Escursionistico+
  • Dislivello: 1080 m
  • Quota massima: 2016 m
  • Segnavia: segnato 653, 653A, 673, 671, 667, 675, 655
  • Periodo consigliato: da giugno a ottobre
  • Località attraversate: Succiso Nuovo - Ghiaccioni - Pietratagliata - Alpe di Succiso - Rif. Rio Pascolo - Succiso Nuovo
  • Comuni interessati: Ramiseto

Il gruppo montuoso dell'Alpe di Succiso si presenta come il più integro e centrale del Parco nazionale, sia come posizione geografica che per importanza in una scala di parametri naturalistici e ambientali: nessuna strada o altra infrastruttura invasiva vi penetra, le mulattiere storiche sono preservate, i due rifugi sono piuttosto recenti ma ben inseriti. Vi entriamo da Succiso lungo l’alta valle Liocca, attraverso il percorso leggendario di Federico Barbarossa, che avrebbe aperto a forza il Passo di Pietratagliata, quindi saliamo la vetta più alta, 2016 m, e scendiamo nel vallone del Rio Pascolo.


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Succiso Nuovo è stato costruito ex-novo dal 1973 al 1975 dopo la disastrosa alluvione del settembre 1972, che vide il riacutizzarsi delle frane decennali che affliggevano le tre borgate di Succiso e che avevano costretto parte dei residenti ad alloggiare in prefabbricati negli anni ’60. Fu scelta la piana di Varvilla, sul versante all’”arbasina” (esposto a settentrione) perché su terreno morenico stabile, creatosi durante le glaciazioni da blocchi di arenaria macigno trascinati dal ghiacciaio del Rio Pascolo. Quasi al centro del paese nuovo si trova l’agriturismo Valle dei Cavalieri, con Centro Visite del Parco nazionale.
Si sale sui segnavia 653-655 a destra dell’edificio, per sentiero che sbuca su una strada soprastante, con grande fontana. Si sale ancora su carraia, lasciando a destra la nuova chiesa. Presto i due sentieri si dividono: proseguiamo diritto sul sent. 653, carraia a saliscendi lungo a vallata del T. Liocca. Lasciato a destra ad un bivio il sent. 653 per il rif. Sarzana, si prosegue diritto lungo il fondovalle Liocca (sent. 653A), su tratti superstiti della mulattiera secolare di valico, in diversi punti scalzata dall’alluvione del 1972. Procedendo si nota come la vegetazione d’alveo dopo 35 anni si stia ricostituendo soprattutto con salici, mentre la faggeta cresce sui due lati, assieme a maggiociondolo, sorbo degli uccellatori, ontano bianco. La vallata a tipica sezione a U della morfologia glaciale, si presenta come una valle alpina, lunga e con la testata dominata da vette seghettate di altezza doppia rispetto al fondovalle, senza altre valli appenniniche nel parco nazionale di tale maestosa possenza. Si supera in guado il Rio Pascolo presso la sua confluenza nel T. Liocca, e dopo circa 1 km il Rio Ramiseto. Segue una salita più accentuata ai piedi del versante occidentale della Spiaggia Bella (la vetta dell’Alpe), e a quota 1360 m si incrocia il sent. 673 594294E-4909884N, che seguiamo a destra guadando il T. Liocca. In breve si risale una valletta di un piccolo affluente, ove sono ancora le tracce di dighe di fluitazione risalenti alla guerra 1915-’18 (prigionieri di guerra ungheresi tagliavano e fluitavano il legname della faggete secolari che vennero solo allora distrutte). Si sbuca poco dopo sulla piana di origine glaciale detta I Ghiaccioni 1375 m (1.30).
Alcune capanne di carbonai, eredi di quelle erette per i prigionieri di guerra, stanno per dare vita ad un piccolo bivacco attrezzato, utile punto di ricovero, con fonte poco lontana, all’incrocio dei sentieri per i rifugi Sarzana e Rio Pascolo e sulla mulattiera principale Succiso – Passo di Pietratagliata, che stiamo percorrendo. Il toponimo rende giustizia all’origine glaciale della valle, che qui si allarga in una testata complessa, con l’Alpe di Succiso a sinistra, il M. Alto e la cresta dei Groppi di Camporàghena di fronte, la Punta Buffanaro a destra (e non visibile il M. Acuto al di sopra dei gradoni morenici dei laghi omonimi).
Lasciato a destra il sent. 659, si prosegue sul 673, che risale ora dopo le ultime macchie di faggi la testata aperta della valle Liocca. Serpeggiando tra i dossi e i solchi dei fossi che convergono sul fondo del catino glaciale, la mulattiera storica punta sulla sinistra alla finestra ora visibile detta Pietratagliata, tra l’antico M. Conca (ora ufficialmente Groppi di Camporaghena, il toponimo lunigianese ha avuto la meglio, ma l’altro rendeva invece bene il suo aspetto dalla val d’Enza) e la Spiaggia Bella, come la chiamavano a Succiso (Alpe di Succiso la chiamavano tutti gli altri...). Un ultimo strappo, mai ripido per poter essere percorso dai muli, e si sbuca sul Passo di Pietratagliata 1750 m (1.20-2.50).
La conformazione degli strati subverticali di arenaria macigno si prestano alla legenda della forzatura del passaggio ad opera di un esercito intero, durante la fuga del Barbarossa inseguito dai Comuni lombardi. Una spada trovata in zona all’inizio del secolo scorso avvalorò la legenda, anzi supponendo la derivazione del paese di Succiso da una pattuglia di soldati germanici rimasti di retroguardia. Tra fine giugno e luglio una fioritura di specie alpine ammanta i versanti attorno al valico, tra cui il giglio martagone, l’aquilegia alpina, l’astro alpino, la pulsatilla alpina, l’anemone narcissiflora, la sassifraga paniculata. Sul versante meridionale del valico si apre la vista sulla conca glaciale delle sorgenti del Secchia.
Ora si sale a sinistra sul sent. 671 che supera un salto di arenaria con un cavetto in acciaio come sicurezza (altro passaggio non protetto sul vecchio tracciato sulla destra del dosso), poi senza altre difficoltà risale la lunga gobba che precede la vetta vera e propria di tutto il massiccio dell’Alpe di Succiso 2016 m (1.10-4.00).
La più alta vetta del massiccio si protende a N dello spartiacque principale, su un crinale che parte dal Monte Alto e separa i bacini dell’Enza e del Secchia, entrambi affluenti del Po. Si tratta della vetta più occidentale tra i pochi “2000” della catena, e vi si gode di un panorama estesissimo. I valloni e le creste conferiscono un aspetto selvaggio e grandioso difficilmente riscontrabile in altre aree dell’Appennino settentrionale. Considerato un unico monte, sebbene massiccio ed esteso, ebbe il nome di Alpe nel significato di “alto pascolo degli uomini di Succiso”, in quanto tutti i versanti appartenevano a essi, mentre come montagna è sempre stato chiamato Casarola, con l’appendice occidentale più elevata ma meno evidente chiamata Spiaggia Bella, per la favorevole esposizione dei pascoli. Sulle carte militari la situazione è stata capovolta, e il Monte Casarola è indicato come un’anticima orientale, protesa sulle vallate del Fiume Secchia. Il panorama si estende in condizioni ottimali a tutto l’arco alpino, alla Corsica e all’arcipelago toscano, oltre al resto dell’Appennino settentrionale.
Si prosegue sul crinale tra la val Secchia a destra e il vallone del Rio Pascolo a sinistra, sul sent. 667, che tra le pietraie post-glaciali del crinale scende gradualmente alla Sella del Casarola 1946 m 596085E-4909555N (0.30-4.30). Una breve digressione diritto sale eventualmente alla vetta del M. Casarola 1979 m in 30’ a/r.  Alla sella si scende a sinistra verso N nel vallone del Rio Pascolo (sent. 675), superando diversi ripiani dovuti alle fasi del ritiro del ghiacciaio al termine dell’ultima glaciazione. Al margine superiore del bosco si raggiunge il Rifugio P. Consiglio al Rio Pascolo 1570 m 595666E-4910578N (1.00-5.00).
Inaugurato nel 1977 dal CTG dei Reggio, e ristrutturato dal Parco del Gigante, è sempre stato utilizzato in autogestione per assenza di fonti vicine in estate. Un ricovero sempre aperto si trova presso l’edificio.
Il sent. 655 scende rapidamente a valle nella vasta faggeta di Fossa Lattara (toponimo dovuto al pascolo di bovini), che presto si adagia in un vasto altopiano di origine morenica. Superato il Rio Pascolo ( a destra un sentierino nella faggeta non segnato porta in 10’ al Lago Mescà, un torbiera di origine glaciale assai interessante e appositamente non toccata da alcun sentiero segnato), la carraia scende verso Le Piane (antico pascolo ora costellato da ginepri, rosa canina e una prima espansione del bosco) e quindi con tratti selciati raggiunge di nuovo la piana di Varvilla e il borgo di Succiso Nuovo (1.30-6.30).

Punti d'appoggio: Succiso Nuovo: agriturismo Valle dei Cavalieri, 16 posti-letto, bar, ristorante Tel. 0522/892346, www.valledeicavalieri.it; in allestimento un bivacco in località Ghiaccioni da parte del CAI sez. Bismantova; Rif. Consiglio al Rio Pascolo, 24 posti-letto, concesso solo a gruppi in autogestione, inf. CTG Reggio E. Tel. 0522/511576, ctg-re@alice.it
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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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