Tra Mommio e Rosaro

A piedi         Elevato interesse: panorama Elevato interesse: archeologia Elevato interesse: storia 
  • Partenza: Casa Giannino (996 m)
  • Tempo di percorrenza: 5 ore 30 minuti
  • Difficoltà: E+ - Escursionistico+
  • Dislivello: 850 m - massimo 1815 m
  • Segnavia: TL, 94A, 94
  • Periodo consigliato: da giugno a ottobre
  • Località attraversate: Ca' Giannino - La Tesa - Scalocchio - Giogo di Vendaso - Ca' Giannino
  • Comuni interessati: Fivizzano

I versanti meridionali dell'Alpe di Mommio, antico nome del gruppo dei monti Scalocchio-Nuda-Belfiore, sono severi e spettacolari, con i panorami aperti sulle Alpi Apuane e il golfo spezzino, i picchi rocciosi della potente stratificazione detta arenaria macigno, i pascoli e le foreste, le torbiere e i ricoveri di pastori, carbonai e partigiani.

Partendo dall'albergo Casa Giannino 996 m si scende sulla SS 63 verso sud, superando il bivio er Sassalbo e il lungo viadotto sul Rio Rovaggio. Appena oltre di questo si volta a sinistra tra alcune case (segnavia TL) e su una carraia si inizia a salire. Si supera un cancello 595364E-4903606N (da richiudere) oltre il quale non si segue a sinistra il segnavia TL perché da anni privo di manutenzione e preda di boscaglia e ortiche giganti, ma proseguire sulla carraia per altri 150 m, voltando poi a sinistra al primo bivio 595292E-4903634. Ora si sale gradualmente su carraia senza segnavia, fino a sbucare dopo un tratto ripido su una grande radura piana attorniata da ontani. Qui convergono da sinistra i segnavia TL, che ora seguiamo attraverso la piana (paletto). Dopo un tratto di bosco a ontano e faggio (bellissima fontana perenne a destra 595232E-4903233N) si attraversa una seconda radura a catino (spesso cavalli al pascolo), poi  si sale nella faggeta e con un'ultima ripida salita tra ontani e faggi si sbuca al valico detto Giogo di Vendaso 1224 m 595210E-4902766N (0.45), spartiacque tra le valli del Rosaro e del Mommio. Lasciato a destra il sentiero TL in mezza costa, si segue a sinistra in salita il sent. 94A, tra grandi faggi, che risale una costa e con un traverso tra radure ripide sale ad un colletto 1301 m 595618E-4902604N, dove converge un'altra mulattiera da Vendaso. Il sentiero sale a sinistra, seguendo ora la ripida costa dei Prati di Dogliano. Con vista poi sulla valle del Mommio e sulle Alpi Apuane, percorre il lungo e dolce crinale tra i bacini del Rosaro e del Mommio, con splendidi tratti fancheggiatio da faggi, cippi confinari tra i terreni delle frazioni di Sassalbo, Mommio e Vendaso, lungo la Frattardonda, Dopo alcuni saliscendi la mulattiera si inerpica tra alcune roccette, diretta alle vette dello Scalocchio (nei secoli scorsi denominato M. Contrario) e della Tecchia di Rometo, che più nota con il recente toponimo di Gendarme, troneggia con la alta parete verticale. I segnavia di recente ripassati entrano a quota 1530 m circa a sinistra nella faggeta 597156E-4903513N, per seguire una mulattiera della Forestale che taglia il ripido versante sinistro del crinale. Alto sulla valle di Rovaggio. L'originale ampiezza del tracciato è ormai ridotto dall'abbandono, ma i muretti di sostegno resistono. I segnavia cessano quasi verso il fondo, dopo alcune conifere cadute di traverso per la neve, e infine si confluisce in una mulattiera trasversale (sentiero 94) a quota 1653 m, si stacca a sinistra il sent. 94A (1.45-2.30).
Consigliamo ora una breve deviazione a destra sul sent. 94, per raggiungere in 10' il passetto sul crinale ai piedi dello Scalocchio 1702 m 597556E-4903778N: se si vuole proseguire la deviazione fino ai piedi della spettacolare parete meridionale del Gendarme, si prosegua in salita sui segnavia a paletti tra le fitte graminacee ormai non più pascolate. Il percorso si svolge su una ripida prateria a Brachypodium genuense, una graminacea dai lunghi ciuffi assai scivolosa e infida perché cela le tracce di sentiero che furono solcate da secoli di pascolo. che risalgono il versante orientale (valle del Mommio) dello Scalocchio. Dopo alcuni traversi si sbuca sul crinale ad una selletta tra il Gendarme e lo Scalocchio 1815 m 597982E-4903865N, affacciandosi sulla cresta rocciosa che chiude la Pezzalunga ad ovest. Ammirata l'alta parete di arenaria del versante S del Gendarme, si torna al bivio con il sentiero 94A (1.00-3.30).
Si scende allora diritto sul versante della Val Rosaro con una bella mulattiera forestale in un rimboschimento stentato fra i mirtilli. Si avvicina alla cresta N del M. Scalocchio, fino a giungere a quota 1600 m c. sul dosso roccioso della Tesa, che si discende con vasto panorama fino a quota 1550 m c. 697022E-4904502N, dove si nota un ben conservato riparo in pietra a secco, costruito da pastori per riparo e sorveglianza delle greggi. Con un brusco tornante si volge verso S a discendere nel vallone di Rovaggio, entrando nella faggeta. Con alcuni tornanti si riprende la dir. NW, e si sfiorano altri insediamenti temporanei di boscaioli e carbonai, stavolta in pietra e legno, con i tetti un tempo rivestiti in zolle di terra. Un lungo traverso in mezza costa ci fa uscire dalla valle e in discesa su radure e bosco misto ci porta infine a uscire sulla SS 63 presso il km 32 595983E-4904488N. La seguiamo per 500 m a sinistra e giungiamo a Case Giannino 995 m (2.00-5.30).
Storica stazione di posta poi albergo nato sulla via di Lunigiana nei primi decenni del XIX sec. e ininterrotto punto di riferimento dei viaggiatori, mercanti, turisti in transito per il valico appenninico, Casa Giannino è tuttora l'unico albergo sempre aperto in zona, e valido caposaldo della cucina tradizionale locale, influenzata da tre regioni (Emilia, Liguria e Toscana).

Punti d'appoggio: Albergo ristorante Casa Giannino Tel. 0585/949707
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L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
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Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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