Ripartono i lavori forestali in Val Parma.

( Sassalbo, 17 Aprile 2020 )

Segni di Fase 2 per il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano che  fa tesoro delle aperture previste dal Decreto del 10 per la silvicoltura e i servizi forestali. Per questo nel demanio forestale dell’alta Val Parma, nell'area tra Lagdei e parte dell'Alta Val Cedra, nel comune di Monchio delle Corti (PR), fino alla località Cancelli della Riserva Naturale Orientata dello Stato di Guadine-Pradaccio e nell’area della frana di Corniglio, sono ripresi i lavori commissionati dal Parco Nazionale e co-finanziati dall’Unione Europea attraverso il Piano di Sviluppo Rurale (P.S.R. Misura 8.4). Si tratta di interventi di ripristino, messa in sicurezza, manutenzione e rimboschimento che riprendono dopo lo stop delle scorse settimane, attuando tutti i criteri di sicurezza e di distanziamento sociale indicati dalle autorità. Gli operai sono locali non devono percorrere grandi distanze; gli interventi, si svolgono in luoghi immersi nella natura,in un ambiente che consente sicuramente di lavorare in sicurezza.

Sulla frana di Corniglio sono previsti interventi di miglioramento forestale, messa in dimora di piante e arbusti e interventi anti incendio. Nella foresta demaniale dell’alta Val Parma si riprendono i lavori resi urgenti dall’attacco del bostrico tipografo, il Coleottero Scolitide (Ips typographus L.), che a seguito della torrida estate del 2003, ha attaccato gli Abeti Rossi. L’evento climatico estremo di quell’anno, infatti, ha reso vulnerabile la popolazione forestale della zona, provocando estese morie. Il Parco Nazionale per tutela l’habitat all’interno di questa zona protetta di interesse Comunitario (SIC-ZPS) e per fare fronte al rischio idrogeologico, ha avviato un progetto di sostituzione degli Abeti Rossi malati con piante latifoglie autoctone miste – non più monospecie – e di manutenzione dei vecchi rimboschimenti. Questi interventi permettono di aumentare la resilienza della foresta e di comprendere quali piante si adattano meglio alle nuove condizioni climatiche. L’Acero di Monte e il Frassino Maggiore sono gli alberi che meglio si acclimatano, così come il Cerro che prima difficilmente colonizzava il bosco a 1200 metri sul livello del mare.  

I termine dei lavori è previsto a fine di maggio. In tempo perché -come si spera- i boschi e i sentieri del Parco possano essere utilizzati e percorsi come mete turistiche,in ambienti naturali e spazi ampi e quindi salubri e sicuri per tutti.

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