Neve Natura: il successo di un nuovo turismo

Giovanelli traccia il percorso e le opportunità di un progetto che giunge al terzo anno

( 18 Febbraio 2009 )

Questo febbraio 2009 in Appennino, può essere il mese di lancio di un nuovo prodotto turistico. Lo abbiamo chiamato Neve Natura, parole che sintetizzano nuove opportunità e un’inedita interpretazione dell’inverno d’Appennino come stagione turistica. Un tempo la neve era vista solo come un problema che si aggiungeva alla fatica di ogni giorno. Circa 50 anni fa si è avviato il turismo dello sci e , con esso piccoli circuiti di valorizzazione economica di alcune poche elette località. Le poche poi sono diventate pochissime. In alcune di esse (in primis Cerreto Laghi) questo turismo è indiscutibilmente affermati. In altre (Civago) è scomparso. In altre fatica e dà la sensazione di potersi conservare ma non di potersi espandere. Nell’insieme tutto ciò appare troppo poco per fare dell’inverno una stagione turistica per l’Appennino in misura tale da sostenere davvero un tessuto economico, sociale e demografico. Al di là di alcune benedette invasioni nelle domeniche di bel tempo ci sono lunghissimi giorni settimane e mesi di vuoto. Eppure la neve c’è, sempre e non solo quest’anno a coronare di bianco tutto il crinale dell’Appennino sopra i 1440 – 1500 metri. E la neve al di là delle stazioni sciistiche non è comunque più sinonimo di freddo e isolamento, ma piuttosto un bene della natura e del paesaggio, rappresenta un habitat naturale gradevole pulito e attraente che può costituire un richiamo per molti singoli e famiglie anche non sciatori e non atleti.

Attorno a ciò si può costruire un’offerta turistica culturale ambientale. Nel Febbraio 2007 Succiso ha conosciuto il primo turismo invernale nella sua storia con alcune classi di studenti hanno sperimentato un modello di educazione ambientale molto poco tradizionale e molto radicato nell’identità del territorio, nella diversità delle stagioni e in un borgo storico ove il turismo era solo il ritorno degli emigrati d’estate.

Nel 2008 questa esperienza si è estesa a Civago e all’Appennino modenese e parmense.

Quest’anno Neve Natura, grazie al contributo del Unione di Prodotto Appennino e Verde, cresce ulteriormente. Non è più solo settimane di turismo scolastico, è diventato un prodotto fatto di pacchetti weekend comprensivi di attività culturali, in 4 parchi dell’Appennino emiliano e romagnolo. Le ciaspole, un semplice attrezzo idoneo ad avvicinare facilmente gente di tutte le età all’Appennino in inverno e alle sue bellezze, sempre più diventano il simbolo di un turismo dolce che non richiede grandi investimenti né grandi impianti, né grandi parcheggi ma che può fare buoni numeri. E può diffondersi non in qualche chilometro quadrato benedetto dalle piste e lontano dai paesi, ma in tutti i borghi e gli esercizi pubblici dell’Alto Appennino.

I Briganti di Cerreto, Pratizzano, Abetina Reale, Bargetana, Lagdei, San Leonardo al Dolo e altri rifugi ed esercizi si stanno muovendo in proprio, facendo fare i primi passi a nuove forme di turismo e sport che potranno sempre più toccare più da vicino le comunità locali ed i vecchi borghi.

C’è un insieme di attività in questo Febbraio 2009: settimane studentesche dal martedì al venerdì, weekend di Neve Natura e Cultura d’Appennino proposti come pacchetti turistici, traversata del Crinale del Parco con i cani da slitta, promozione di occasioni culturali e di animazione delle località montane, avvio del Centro Neve natura di Pianvallese, con nuovi straordinari percorsi battuti, da Febbio all’Abetina Reale e ora fino al Passo delle Radici. E’ una realtà che cresce e ha potenzialità di crescere ancora molto.

Di fronte alla drammaticità del calo demografico ed ora della crisi, tutto ciò può far sorridere, perché certamente non dà risposte immediate e tanto meno proporzionate ai problemi che toccano l’occupazione e il lavoro anche nei distretti industriali. Però bisogna ricercare, innovare, creare nuovi prodotti, nuovi consumi, nuovi servizi anche a contenuto immateriale. E nuovi lavori. Ricostruire lavoro, presenze, economie sostenibili in Appennino non è riproporre il passato che è inequivocabilmente tramontato o sta tramontando. E lavorare su prodotti come Neve Natura non è solo tempo libero. Non è cosa grande ma è cosa di qualità. E’ parte di quelle attività strategiche per le imprese e i territori che viene chiamata ricerca e sviluppo. Non dà molto nell’immediato ma è essenziale per l’innovazione e per il futuro. Da oggi a Febbio, località e stazione “in crisi” parte un segnale concreto.

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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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