A 20 ANNI DA APE L’APPENNINO 2.0

( Sassalbo, 07 Luglio 2016 )

Al Festival della Soft Economy 2016, che si sta svolgendo nelle Marche su iniziativa di Symbola - Fondazione per le Qualità Italiane, si parla di ‘APE Appennino Parco d'Europa’ a 20 anni dal lancio dell’iniziativa che intendeva valorizzare la lunga dorsale montuosa che attraversa l’Italia, gli Appennini, come un unico contesto di pregio. Si tratta di oltre 1500 chilometri, dal Passo di Cadibona ai Nebrodi, visti come un laboratorio dove sperimentare ed attuare le più innovative strategie di un “progetto” di conservazione della natura consapevole; una fittissima trama di relazioni che lega le diversità biologiche, paesistiche, culturali e storiche all’interno di contesti territoriali attraversati e trasformati dalle più generali dinamiche economiche, sociali e politiche. Oggi l’intenzione è quella di ridare ossigeno a questo progetto partendo dalle esperienze che, in questi anni, hanno visto le comunità, gli Enti, le Amministrazioni locali e i Parchi dialogare e crescere.    

“L’Appennino – spiegano da Symbola in una nota - è un potente e straordinario hardware di cui vanno progettati i software per interpretare i cambiamenti avvenuti negli ultimi 20 anni e per affrontare le sfide del futuro. Symbola popone ad esperti e protagonisti dell’Appennino alcuni temi su cui riflettere per progettare insieme:

ANIMALI & UOMINI

L’Appennino è protagonista di una serie di importanti successi di gestione faunistica, ma anche testimone di criticità derivanti dalla ricerca di un apparente difficile equilibrio tra uomini e animali. Qual è il ruolo e quali sono le potenzialità derivanti da una moderna gestione faunistica nelle dinamiche ambientali, economiche e sociali dei territori?

BOSCHI & BOSCAIOLI

Cinquemila anni fa l’uomo iniziò a bruciare i boschi dell’Appennino per creare pascoli per poi tagliare gli alberi per l’agricoltura. Oggi i boschi hanno riconquistato spazi ridisegnando anche i profili delle montagne. Qual è lo stato della gestione forestale in Appennino e quali soluzioni sono possibili per una nuova economia basata sulle risorse forestali?

PAESAGGI & AGRICOLTURA

In nessun altra grande catena montuosa europea esiste una relazione così stretta tra paesaggio e agricoltura come in Appennino. Quale cura, quale “progetto di conservazione” per la straordinaria biodiversità e la ricchezza culturale di paesaggi tra i più celebrati dalla grande pittura italiana?

ABITANTI & MONTAGNA

Il disagio e lo spopolamento dell’Appennino hanno creato situazioni di degrado e di abban­dono ma anche nuovi spazi opportunità dell’abitare. Esiste una dimensione attuale del vivere e lavorare in montagna? Che significato può avere per il sistema Paese e per gli equilibri nel Mediterraneo un Appennino nuovamente vivibile?

NATURA & CAPITALE

In tutto il mondo si sta affermando la consapevolezza del valore del capitale naturale nei processi economici e sociali. Con il collegato ambientale anche l’Italia avvia un percorso sui servizi ecosistemici, che per i territori e gli abitanti dell’Appennino può rappresentare un importante riconoscimento per il ruolo della montagna. Quali sono le esperienze e gli stru­menti tecnici e normativi per veder riconosciuto il contributo ecosistemico dell’Appennino?

INFRASTRUTTURE AMBIENTALI & TERRITORIO

L’Appennino, per le sue caratteristiche e per la sua dimensione di spina dorsale della penisola è la più importante “infrastruttura territoriale” del Paese. Un sistema di reti ecologiche e storico cul­turali che collegano, connettono, intersecano città, borghi, campagne, parchi, distretti produtti­vi. Ripartire dall’Appennino - dai fiumi che da esso scendono e attraversano città, con urbazioni e campagne - per avviare un processo di riqualificazione ambientale e territoriale non più rinviabile.

VISIONI & IDENTITÀ

L’Appennino è costituito da un patrimonio di identità uniche, frutto di processi millenari, che sono sopravvissute agli anni dell’omologazione a una “monocultura” dominante. Queste identità oggi rappresentano i riferimenti per una nuova/antica visione dei territori. È possi­bile individuare e promuovere un’identità nuova dell’Appennino, oltre la sommatoria delle infinite identità locali? Una identità contemporanea, proiettiva, progettuale. È possibile de­clinare l’Appennino al futuro? E se si, come?

Oltre ai sette forum tematici, al Festival della Soft Economy si è svolto anche l’incontro ‘GLI APPENNINICI’, coordinato da Antonio Nicoletti responsabile nazionale aree protette/biodiversità Legambiente. Tra i relatori: Giuseppe Antoci presidente del Parco Regionale dei Nebrodi; Caterina Battistini cooperativa Trame di Lunigiana; Heydi Bonanini presidente Consorzio Produttori dello Sciacchetrà delle 5 Terre; Deborah Carè brand marketing manager Gruppo Elica; Mirella Cucchiella imprenditrice di Santo Stefano di Sessanio; Fausto Giovanelli presidente Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano;  Giovanni Mannoccio già sindaco di Acquaformosa, membro commissione di valutazione progetti SPRAR (Sistemi di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati); Paolo Scaramuccia responsabile cooperative di comunità di Legacoop; Sara Servili A.d. Fidoka s.r.l.; Peppe Zullo cuoco titolare e fondatore di Villa Jamele Ristorante Paradiso.

Per informazioni http://www.symbola.net/newtest/uploadfckimage/Invito%20per%20APPENNINO_1.pdf

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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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