Crisi: collaborazione tra i Parchi

di Fausto Giovanelli

( Sassalbo, 15 Aprile 2013 )

Se la natura è una risorsa, la bellezza è una risorsa, le qualità italiane sono una risorsa, allora anche i Parchi lo sono.

Nel “Bel Paese”, nel Paese del mitico “viaggio in Italia”, l’arte e la storia sono il segno dell’uomo su un territorio speciale, forse unico al mondo: è questo il vero ‘made in Italy’, da cui discendono tanti successi del band Italy.

E’ questo made in Italy, che la globalizzazione non può mettere in crisi come purtroppo accade per altri vantaggi competitivi italiani in caduta, un’opportunità italiana che ha a che fare con la bellezza e il territorio.

Mettere in valore questa opportunità è un dovere, mentre la crisi di oggi - senza precedenti - colpisce il lavoro, i giovani e persino il “sentiment” dell’essere italiano.

A tutte le istituzioni pubbliche, Parchi compresi, è richiesto uno sforzo straordinario.

Non conta che le domande rivolte alle istituzioni pubbliche avanzino spesso in forme certamente critiche. Le domande sono giustificate e uno sforzo di creatività, di efficienza di collaborazione dovuto. La collaborazione è di per sé una risorsa. Aiutarsi aiuta.

Anche i Comuni con le Unioni sono alla ricerca di una migliore capacità di adempiere ai loro compiti diventati più difficili. Vale anche per i Parchi.

I Parchi nazionali dell’Appennino e delle Cinque Terre, i Parchi delle Apuane, del Magra e di Porto Venere possono – devono - mettere insieme idee, risorse umane ed economiche al servizio dei loro compiti di tutela della natura e di uno sviluppo economico e sociale migliore e più sostenibile nei territori in cui sono inseriti. Associare persone e servizi, coordinare iniziative e calendari, soprattutto dare ai singoli territori il moltiplicatore straordinario del valore d’insieme di un’area al centro dello snodo climatico, paesaggistico, culturale ed economico tra l’Europa e il Meditterraneo.

E’ una possibilità che nella stretta della crisi deve diventare una necessità.

Abbiamo incominciato, dobbiamo continuare a parlare e a operare di conseguenza.

Al castello di Terrarossa, nel cuore della Lunigiana, al centro del sistema dei Parchi di Mare e d’Appennino, ci troviamo a parlarne tra enti parco, amministratori pubblici e operatori privati.

Da qualche tempo l’idea di un sistema per i Parchi di Mare e d’Appennino è in campo.

Ha prodotto iniziative di successo.  Oggi può offrire la prospettiva di un salto di qualità nel rapporto tra Parchi e territorio di riferimento; può offrire le prospettive di nuovi circuiti economici e di lavoro, di nuovi made in Italy localizzati in quest’area, di nuovi prodotti materiali e immateriali, di opportunità e stili di vita migliori per abitanti e visitatori.

Parliamone e operiamo.

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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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