Aprile 2011 - n° 4
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Strategie per la montagna

Fausto Giovanelli scrive alle forze politiche e sociali

Alcuni fatti, positivi e di rilievo, che si stanno concretizzando in questa primavera sul crinale appenninico e in particolare a Ligonchio, hanno spinto il presidente del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, Fausto Giovanelli, a rivolgere una lettera ai responsabili delle forze politiche e sociali della montagna, per sottolineare il val...segue

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Traccia di lupo nel fango
Traccia di lupo nel fango

Almeno cinque i branchi di lupi nel Parco

Una quindicina di esemplari monitorati dai tecnici del progetto Life Ex-tra

L’equipe faunistica del Parco ha reso noti i dati raccolti con il rilevamento estensivo delle tracce di lupo, realizzato ‘in simultanea e su larga scala’ da un folto gruppo di operatori - del Parco e della Forestale - nei giorni 7 e 8 marzo scorsi.

Sono dati interessanti, che confermano e integrano ciò che il costante monitoraggio operato nelle stagioni scorse aveva indicato: l’area del Parco e le zone immediatamente adiacenti ospitano alcuni branchi (almeno 5) di lupi che sommano una popolazione che si aggira sulla quindicina di unità. Le cifre, come sempre in questi casi, sono relative a stime, in quanto sono ricavate dalla lettura di elementi (tracce sulla neve, escrementi) che forniscono molte informazioni, ma non la certezza assoluta.

Ma l’approssimazione è molto contenuta, grazie al grande impegno espresso dai 56 operatori coinvolti nell’ambito delle azioni previste dal progetto Life Ex-tra, che nei due giorni citati hanno complessivamente percorso quasi 300 chilometri lungo i 26 circuiti di rilevamento che erano stati stabiliti sulla carta e che sono stati seguiti utilizzando strumentazione elettronica (GPS palmari) e cartografie. Il rilevamento, per favorire la ricerca, è stato effettuato entro 36 ore da una forte nevicata, quando cioè esistono le condizioni più adatte per individuare tracce e leggere di conseguenza la composizione e il comportamenti dei branchi, raccogliere campioni di feci, osservare altri elementi di interesse come eventuali siti di riposo o resti delle predazioni e dei pasti.

Naturalmente il ‘campo’ di rilevamento non è mai perfetto in nessuna occasione e anche in questa non ha fatto eccezione: la presenza sui circuiti di ciaspolatori ed escursionisti ha spesso impedito la lettura delle tracce; il periodo stesso non era l’ottimale in quanto caratterizzato da una certa dispersione degli individui dei branchi (‘minor grado di coesione sociale’, è l’espressione che usano i faunisti). C’è comunque molta soddisfazione per la grande mole di informazioni raccolte, che ora verranno messe in dettaglio a disposizione di tutti gli interessati e della comunità scientifica. Informazioni che, per chi scienziato non è, dicono alcune cose semplici ma importanti: il lupo è ben ambientato nel Parco, con una popolazione stabile e organizzata, anche se di dimensioni contenute e con una distribuzione omogenea che rende la sua presenza percepibile ma non invadente.

Una briglia sul fiume Secchia
Una briglia sul fiume Secchia

Comuni ‘padroni’ della propria energia

Intervista al sindaco Sandro Govi

Busana e Ligonchio, insieme all’Unione dei Comuni Alto Appennino, programmano la costruzione di sei piccole centrali per la produzione di energia che sfruttano i salti creati da briglie nel fiume Secchia e nel torrente Ozola. Una scelta innovativa dal punto di vista produttivo, economico e amministrativo di cui parliamo con Sandro Govi, sindaco di Busana e presidente dell’Unione dei Comuni.

Signor sindaco, come è nata questa idea, e quale è la procedura che avete seguito?

L'idea è nata qualche anno fa. A seguito delle nuove normative nazionali che hanno incentivato la produzione delle  energie rinnovabili, il nostro territorio ed i nostri comuni sono stati letteralmente sommersi da richieste di privati, imprese e multinazionali per la produzione di energia elettrica. In particolare sull' idroelettrico, sul fotovoltaico e sull'eolico. La domanda che ci siamo posti è stata: ci conviene rilasciare e sostenere concessioni che vedono i comuni come spettatori? La risposta che ci siamo dati è quella di un nuovo protagonismo degli enti locali, che entrano nella titolarità delle concessioni . A nostro avviso è un buon modo governare davvero il territorio e le sue risorse.  Valutare noi preliminarmente i progetti  meno impattanti  da quelli non sostenibili e da ultimo tenere legate al territorio le risorse economiche che deriveranno dall'utilizzo e dallo sfruttamento delle acque.
La procedura: Abbiamo stipulato un accordo con un gruppo di progettisti privati, condividendo prima le tipologie di interventi da realizzare ( micro idrico sulle briglie esistenti) con l'intesa che le concessioni, alla fine del percorso autorizzativo saranno equamente suddivise tra il privato e l'ente locale. I costi di progettazione sono interamente a carico dei privati. Quindi le concessioni, quanto arriveranno, saranno per l'Unione dei Comuni e per i comuni membri  a costo zero!

Produzione di energia senza dannosi impatti ambientali: le vostre centrali, che si trovano nel Parco nazionale, danno davvero questa assicurazione?

Si. credo di si. Sfruttano il salto e la portata idraulica di briglie esistenti! Non c'è nel nostro progetto un solo metro di tubo e di condotta forzata!

Comuni di montagna finalmente protagonisti e 'decisori' in tema di sfruttamento dell'energia? Sembra l'uovo di Colombo. E' davvero questo ciò accadrà con la realizzazione di questo progetto?

E' un primo passo. La montagna deve imparare ad interpretare se stessa investendo sulle proprie risorse ed eccellenze. Non è più tempo di politiche assistenzialistiche che nessuno potrà  garantire. Le fonti di energia rinnovabili sono un'occasione formidabile per la montagna. Vento, cadute e "salti" d'acqua, sole e biomasse legnose si trovano soprattutto nei territori montani. Su queste risorse stà nascendo e si sta consolidando una nuova economia. La montagna, gli enti locali ed il tessuto economico del territorio hanno due strade: stare a guardare i progetti di altri o diventare protagonisti e - passatemi il termine - "padroni" delle proprie risorse. Noi abbiamo scelto la seconda strada! 
 
Cosa occorre ancora perché il programma diventi realtà?

Ora i nostri progetti sono all'esame della Regione e della Provincia per la Valutazione di Impatto Ambientale. Il primo passo è l'ottenimento delle concessioni, poi ci sarà da realizzare  centrali. Penso che nel volgere di uno o due anni vedremo i primi cantieri. Ci vuole tempo, impegno e lavoro, tuttavia una centrale idroelettrica può funzionare per decenni senza grandi investimenti. Sul nostro territorio Enel ha impianti che funzionano , producono energia  e reddito da quasi un secolo!

   
Una simulazione della parete fonoassorbente
Una simulazione della parete fonoassorbente

Soluzioni tecniche innovative per l’ambiente dell’Atelier

Pannelli radianti e una porta/parete di vetro fonoassorbente di 170 m2

La seconda ‘stagione’ dell’Atelier sarà anche più attrezzata e confortevole della prima che pure, come è ormai noto, ha registrato la non indifferente cifra di 3.000 visite, durante le quali nessuno ha esposto critiche o lamentele. Ma dal punto di vista dell’ambiente creato all’interno della Centrale Enel, nell’ala denominata "sala smontaggi", e anche all’esterno, nell’area di pertinenza, non tutto era perfetto e ultimato, alcuni problemi persistevano e alcuni interventi hanno dovuto e devono essere realizzati nelle prossime settimane.

Prima di tutto il benessere termico. L’impianto di riscaldamento, previsto con elementi radianti sospesi, appositamente studiati per uno spazio così ampio ed elevato, pur con qualche modifica rispetto al progetto iniziale, è stato installato ed operativo. Ora tutto funziona al meglio e la temperatura, garantita dall’energia della stessa centrale, è pienamente confortevole.

Poi il rumore. C’è da ricordare infatti che la centrale è normalmente in funzione, le turbine generano la consueta quantità di energia da immettere nella rete e, anche se nel periodo caldo il funzionamento non è massimo, i decibel generati sono comunque estremamente fastidiosi. Il progetto prevede perciò la realizzazione di una parete divisoria fonoassorbente che sarà finalmente installata tra breve. Ma l’espressione ‘parete fonoassorbente’ non esprime adeguatamente i contenuti tecnici della soluzione adottata. Contenuti di cui è particolarmente contento il progettista, l’architetto Valerio Fioravanti, che infatti precisa: “La parete è assai grande, circa 170 metri quadrati, e per richiesta dell’Enel deve essere apribile per eventuali interventi manutentivi che comportano il passaggio del carro-ponte. Inoltre, per ragioni di effetto scenico e di illuminazione, l’abbiamo voluta translucida e, nella parte inferiore, addirittura trasparente per consentire la vista delle turbine funzionanti: un insieme di elementi che dovrebbe creare un bell'effetto complessivo”. Da sottolineare che siamo all'interno di un fabbricato di grande qualità architettonica e costruttiva, di notevole interesse storico anche se  - caso più unico che raro per contesti industriali simili - tuttora in funzione. La parete sarà dunque di vetro speciale, stratificato, montato su una solida struttura d’acciaio che la scompone in dodici pannelli e la rende di fatto una porta con due grandi battenti e una ribalta nella parte superiore.

Infine l’area circostante. Un’area che sarà sistemata a prato e giardino, per offrire la possibilità di godere anche degli spazi all’aperto, al limitare dello specchio d’acqua dell’invaso, integrati con il giardino della ex palazzina di guardiania dell’Enel, dove sarà tra poco trasferita la sede operativa del Parco nazionale. Nell’insieme si configura un vasto spazio libero, tutto dedicato ai bambini e alle famiglie, secondo quella che è ormai divenuta la vocazione di Ligonchio e delle presenze del Parco in quel comune.

   
Scorcio d'Appennino visto dal Mare
Scorcio d'Appennino visto dal Mare

Turismo d’eccellenza nell’area vasta

Una larga partnership concorre a un bando della Fondazione Telecom Italia

Si è chiuso il mese scorso il bando “I Parchi e le Aree Marine Protette: un patrimonio unico in Italia” promosso dalla Fondazione Telecom Italia per sostenere progetti finalizzati a proporre un nuovo modo di concepire e vivere le Aree Protette, per un valore complessivo di 1 milione di euro.

Il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano ha promosso la costituzione di una alleanza nel quadro del programma Parchi di Mare e d’Appennino, presentando una proposta che conferma l’impegno sui temi dell’educazione e della valorizzazione ambientale, quali elementi propulsori per lo sviluppo di forme di turismo sostenibile  legate allo sviluppo della cultura e delle risorse territoriali.

Il progetto si propone di organizzare e promuovere una offerta comune al fine di creare un “circuito del turismo di eccellenza”,  per rafforzare ed integrare le offerte qualificate dei Parchi e della rete dei partner.

Del partenariato, oltre al capofila Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, fanno parte: Parco Nazionale Cinque Terre e Area marina protetta; Parco Regionale Alpi Apuane; Parco Regionale Cento Laghi; Comuni di Giuncugnano (LU), San Romano in Garfagnana, Fivizzano (MS), Corniglio (PR), Monchio delle Corti (PR), Castelnovo ne Monti (RE), Collagna (RE), Ligonghio, (RE), Licciana Nardi (MS); Corpo Forestale dello Stato; UISP Unione Italiana Sport Per Tutti.

Quest’ultima, in particolare, in caso di approvazione del progetto, contribuirà alla diffusione di pratiche dirette all’educazione ambientale attraverso l’organizzazione di manifestazioni sportive. Tali iniziative in ambiente naturale faciliteranno altresì le attività di promozione turistico culturale nell’intero territorio.

“La capacità di mettere in rete i soggetti – afferma il direttore Giuseppe Vignali – per il miglioramento e il rafforzamento dell’integrazione delle aree protette, grazie alla sensibilizzazione delle comunità locali, è indice di accrescimento culturale. Si auspica di rafforzare il sistema di relazioni capaci di attivare sinergie partecipative, già sperimentate ad esempio con il protocollo siglato tra i Parchi di mare e d’Appennino”.

Il progetto sarà in grado di promuovere armonicamente l’immagine integrata delle aree protette e gli elementi identificativi dei territori interessati e delle loro eccellenze, capace di attrarre il viaggiatore attento e sensibile ma altresì accrescere il senso di appartenenza degli attori locali.

L’esito delle valutazioni delle proposte presentate è atteso dopo il mese di maggio.

   
Il Club ha anche un'immagine
Il Club ha anche un'immagine

Un Club per gli amici del Parco dell’Appennino

Parco nel Mondo unisce promozione locale e creazione di una fitta rete di relazioni

Parco nel mondo, accanto alle attività di animazione e di ricostruzione dei rapporti tra la comunità degli emigrati d’Appennino nel mondo ed il paese d’origine, si sta occupando anche di promozione del territorio del Parco Nazionale e dei suoi prodotti tipici.

Per questo è nato il Club Parco Appennino, che ha diversi scopi oltre a quello di tenere un collegamento più stretto tra tutti gli “Amici” del nostro Parco Nazionale. L’obiettivo infatti è quello di diffondere la conoscenza delle strutture ricettive e delle aziende in cui trovare i prodotti tipici e di dare maggior visibilità e opportunità di promozione in canali sempre più vasti agli operatori economici del territorio che decidono di convenzionarsi, ai quali viene assicurato un ampio spazio pubblicitario sul sito web del progetto e sui social network. L’iniziativa ha visto fino ad oggi l’adesione di trentaquattro operatori turistici e aziende che operano nei sedici Comuni che compongono il territorio del Parco Nazionale, ma il numero delle convenzioni è in crescita continua.

“Noi crediamo nel Parco Nazionale come valore aggiunto per il territorio in cui viviamo e come garanzia, nei confronti del consumatore, della qualità dei prodotti che lavoriamo con le nostre mani e poi vendiamo. Abbiamo aderito al Club Parco Appennino perché pensiamo che sia un ottimo strumento per farci conoscere ad un pubblico più vasto e per far parte, insieme ad altri operatori, di una rete organizzata.” Dice Gianluca Masini, uno dei soci della Fattoria nel Parco di Ramiseto. Della stessa opinione è Brunella Viani, che ha promosso la ripresa dell’artigianato tradizionale a Licciana Nardi: “Sono convinta che la collaborazione con i progetti del Parco dell’Appennino sia molto importante per chi lavora sul territorio, perché uniti sotto il nome del Parco abbiamo una forza maggiore per diffondere la conoscenza delle nostre attività anche al di fuori del territorio in cui viviamo. In questo modo infatti, è più facile farci trovare da chi non vive nei nostri paesi”. Così come loro, sono numerosi gli operatori che ritengono questa collaborazione un buon modo per promuovere il proprio lavoro.

L’iscrizione è semplice e gratuita, si può fare visitando la sezione Club del sito http://www.parconelmondo.it/, la tessera verrà inviata via mail agli iscritti, che riceveranno anche notizie ed aggiornamenti sulle attività e gli eventi in programma nell’area protetta; lo stesso vale per gli operatori locali che desiderano aderire e che possono trovare tutta la documentazione ed attuare una propria offerta personalizzata.

I soci del Club, visitando il sito web del progetto Parco nel Mondo, potranno verificare quali sono gli operatori economici convenzionati a cui rivolgersi e quali sono le loro offerte; per usufruire delle facilitazioni sarà sufficiente presentare la propria tessera d’iscrizione nelle strutture convenzionate, che compongono una rosa di offerte ricca e differenziata: dai prodotti tipici come i formaggi, i salumi o il miele, all’artigianato locale con l’utilizzo di materiali tradizionali, alla gastronomia dei ristoratori locali, alle strutture ricettive e ricreative ubicate in ognuna delle quattro Province del Parco dell’Appennino, caratterizzate da diversi paesaggi, eccellenze ambientali e culturali e prodotti tipici di grande qualità che il progetto Parco nel mondo vuole contribuire a far conoscere in Italia e all’estero.

Il Club, che conta già decine di iscritti dall’Italia e da diversi paesi del mondo, non è solo un modo per rimanere aggiornati su ciò che avviene nell’area del Parco, ma è sopratutto uno strumento importante per la promozione territoriale.